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Chi è giàzon

Dazibao significa letteralmente: giornale [murale] a grandi caratteri. Il carattere bao 报 si trova nel termine “poster” e nel termine “giornale”. Il termine deriva dall’uso cinese di appendere i giornali in speciali bacheche pubbliche per permetterne la lettura a tutti.

L’uso politico si fa risalire al 25 maggio 1966, quando all’Università di Pechino (北京大学 pinyin: Beijing Daxue nota anche come Beida) Nie Yuanzi, una giovane insegnante di filosofia, affisse un dazibao per criticare il presidente della stessa università Lu Ping, che non aveva preso una corretta posizione politica nei confronti dell’opera teatrale “La destituzione di Hai Rui”, intorno alla quale ruotavano i contrasti tra la fazione maoista e gli oppositori. Il 1º giugno 1966 Mao Zedong riconobbe pubblicamente l’importanza di quello scritto e chiese che fosse diffuso in tutta la Cina.

Da quel momento l’uso di scrivere manifesti critici verso le istituzioni si diffuse in tutto il paese. Spesso gli attacchi erano anonimi o firmati da gruppi spontanei che non rispondevano alle gerarchie tradizionali. In seguito anche il partito comunista prese a scrivere attacchi su dazibao per contrastare le linee politiche “anti-partito”.

Durante il periodo della contestazione del Sessantotto col nome di tazebao venivano indicati i manifesti cartacei, solitamente scritti con grossi pennelli, appesi sui muri degli atrii di università e altri luoghi in cui erano in corso battaglie politiche. Questi manifesti costituivano il mezzo più diretto e veloce per comunicare le ragioni delle proteste e le prese di posizione sugli avvenimenti del periodo.

L’arte della contestazione tramite comunicazione immediata e semplificata è rimasta, e talvolta evoluta nel graffito politico, ma l’idea di un manifesto corsaro, compresso, immediato e tagliente ha conservato un suo fascino e un suo innegabile stile.

Spesso nella modernità il commercio ha preso in prestito il media per crearne un filone della nota Guerrilla marketing, strategia pubblicitaria a basso budget, attuata attraverso tecniche di comunicazione non convenzionali per colpire l’immaginario e stimolare la curiosità degli utenti.

Non siamo ovviamente gli unici e non ci siamo inventati nulla (ma proprio nulla, come si evince dai manifesti), in tanti altri hanno spesso esercitato la propria frustrazione e creatività, anche e soprattutto in ambito politico.

Noi veniamo di notte a portarvi il dubbio, attraverso immagini che vi sembrano famigliari e che vedrete dapprima di striscio ma che vi insinueranno il tarlo, al lavoro, a scuola, durante la spesa.

In voi ma soprattutto nei vostri nonni e nipoti.

Siamo lì.
Nè seri, nè appagati, solo stanchi e un pò cazzoni.